Leonetto Cappiello, pubblicitario, illustratore e caricaturista italiano…
Leonetto Cappiello nel 1900 inizia la carriera di cartellonista professionista siglando un contratto con l’editore-stampatore Vercasson che si protrarrà per 16 anni.
È nel 1904, con il manifesto Chocolat Klaus, che si inaugura l’apporto innovativo all’arte dell’affiche. Il manifesto presenta un’amazzone con un lungo vestito verde, cavalcare un piccolo cavallo rosso fuoco.
Tra i due è evidente una voluta sproporzione antirealistica: Cappiello si allinea con questa scelta agli Espressionisti e ai Fauves. Lo sfondo è scuro, una scelta stilistica che caratterizzerà molta della produzione di Cappiello e che garantisce di far spiccare i colori brillanti dei soggetti. L’headline del manifesto è in un carattere bastone condensato, di un giallo caldo e brillante. Il punto di vista si abbassa e non è più ad altezza occhi: il gruppo cavallo-donna è ritratto leggermente dal basso. Questo espediente, tutt’oggi largamente in uso nella fotografia di moda, consente di slanciare la figura e contribuisce a renderla iconica e dominante e diventa presto un tratto distintivo di Cappiello.
Con l’affiche Chocolat Klaus Leonetto Cappiello rivoluziona i canoni della grafica pubblicitaria. Realizza infatti manifesti caratterizzati da personaggi che non hanno più attinenza diretta con il prodotto da pubblicizzare, ma creano un’immagine-marchio altamente riconoscibile. In funzione di una memorabilità dell’immagine pubblicitaria, di un primato dell’efficacia comunicativa, le ambizioni estetico decorative dei primi manifesti vengono scalzate da uno stile più diretto, basato su fondi uniti, colori timbrici, sintesi cromatica, figure in primo piano centrate nello spazio, il cui principale obiettivo è stupire ed essere ricordate dal pubblico: nasce il manifesto pubblicitario italiano moderno.
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